Non è possibile guardare le opere d'arte di Prospero, così come nessun'altra opera, solo attraverso gli occhi.
"Quando l'artista dipinge, crea per sé e poi per gli altri, cercando di tradurre il messaggio che proviene dal suo sè e riportandolo sul tela. Si tratta di un sè che è privo della tipica componente egoica, perchè vuole parlare agli altri, non a sè stesso. 

Lo spettatore è accompagnato a vedere oltre la tela, il colore, la tecnica. È condotto all'interno del dipinto e in base al suo vissuto personale, riceverà sensazioni più o meno intense".

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Ed è proprio il caso del Maestro, che usava l'arte per raccontare delle storie: lo dice lui stesso nell'intervista pubblicata in ultima pagina:

<​Forse scrivendo, ma scrivendo bene, si riuscirebbe a esprimere meglio quello che si vuol dire, meglio che dipingendo. Ma io non so scrivere, e allora dipingo > . Ogni suo quadro, fotografa un pezzo di una storia e quindi noi possiamo immaginare la sua storia, oppure immaginarne una tutta nostra, sempre in base al nostro vissuto personale.